L’attivitá industriale della Necchi ebbe inizio con Ambrogio Necchi che intraprese e continuó il mestiere di fonditore ereditato dal padre e dal nonno. Alla fine del 1880 prese in mano la fabbrica di famiglia nel centro di Pavia che dava lavoro a 170 operai e che costruiva pezzi di ricambio in ghisa per macchinari. Nel 1919 Vittorio Necchi, figlio di Ambrogio, tornato dal fronte della prima guerra mondiale, e rimasto orfano di padre, si ritrovó sulle spalle la gestione dell’attivitá di famiglia. Inizialmente non aveva inclinazione per la meccanica ma era interessato soltanto agli studi classici, alla fotografia e all’allevamento di animali. Dalla insistente richiesta di sua moglie per l’acquisto di una macchina per cucire gli venne l’idea di fabbricare una macchina per uso domestico utilizzando in parte la ghisa che producevano le fonderie di famiglia.
I primi esemplari erano azionati a mano: attraverso una manovella applicata al volano, con la mano destra si produceva il movimento dell’ago, della spoletta e l’avanzamento per trascinamento del tessuto, mentre con la mano sinistra si controllava la sua posizione e l’indirizzamento. Dopo qualche anno, superata l’iniziale diffidenza dei consumatori per il prodotto nazionale e offrendo un elevato rapporto qualitá/prezzo si riscontrarono i primi risultati incoraggianti, tanto che nel 1924 la fabbrica si spostó nel nuovo sito di Piazza D’armi dove incrementó sensibilmente la produzione. Ma il boom venne nel 1932, quando fu messa a punto la prima macchina per cucire per uso domestico con cucitura “zig-zag”, la “BU”, che permetteva di eseguire senza accessori migliaia di motivi ornamentali e di punti diversi, di rammendare, di attaccare bottoni e di fare asole. La NECCHI divenne la macchina per cucire più imitata e ricercata in tutto il mondo. Dopo la seconda Guerra Mondiale, Necchi diventò la più grande fabbrica di macchine per cucire d’Italia: in grado di produrre più di 1.000 macchine al giorno, con 4.500 dipendenti, 10.000 negozi di vendita ed un marchio conosciuto in tutto il Mondo. Negli anni ’50 NECCHI creò la “SUPERNOVA” che viene premiata con il “Compasso d’Oro”. In questi anni le macchine per cucire si arricchirono di molteplici funzioni: questo modello infatti è un perfetto laboratorio automatico grazie alle memorie meccaniche che guidano l’esecuzione dei ricami. Nel 1956 la capostipite della serie “MIRELLA” un capolavoro di funzionalitá e di estetica, vinse il “Compasso d’Oro” e il “Gran Premio” della XI Triennale di Milano e ottenne il massimo riconoscimento nel campo del design industriale entrando a far parte della mostra permanente del MOMA, Museum of Modern Art di New York. In questo modello si poteva apprezzare l’ampia base di lavoro integrata nel corpo macchina. Negli anni successivi le macchine per cucire cominciarono a funzionare tramite pedale: dapprima la movimentazione si otteneva con l’oscillazione di un pedale, posto sotto il tavolino in cui era inserita la macchina e che, collegato ad una cinghia, produceva il movimento; entrambe le mani rimanevano libere e quindi disponibili per l’indirizzamento del tessuto. Negli anni ’70 vennero progettate e costruite le prime macchina per cucire con pedale elettrico. Negli anni ’80 si aggiunsero altri modelli dal design avveniristico come la “LOGICA” con pannello comandi elettronico, progettata nel 1983 da Giorgetto Giugiaro.
Necchi vuole continuare ad essere protagonista nel mondo del cucito e questo obiettivo viene portato avanti ancora oggi grazie al lavoro di persone esperte ed appassionate che con orgoglio uniscono la creativitá e la tecnologia alla tradizione del marchio Necchi. Ne sono testimonianza i negozi specializzati nel settore del cucito, RIVENDITORI SPECIALIZZATI NECCHI che quotidianamente assistono migliaia di semplici utilizzatori come di utenti esperti nella scelta e nell’uso delle macchine per cucire